Isola di Melos, Grecia
Isola di Melos, Grecia

GRECIA - MILOS, L'ISOLA DI VENERE (Potrebbe 2024)

GRECIA - MILOS, L'ISOLA DI VENERE (Potrebbe 2024)
Anonim

Melos, Grecia greca moderna, isola, la maggior parte a sud-ovest delle isole maggiori delle Cicladi greche (greco moderno: Kykládes) nel Mar Egeo. La maggior parte dell'isola di 150,6 miglia quadrate (150,6 chilometri quadrati), di origine vulcanica geologicamente recente, è robusta, culminando ad ovest nel Monte Profítis Ilías (751 metri).

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Le sue esportazioni di ossidiana in Fenicia hanno contribuito a rendere l'isola un importante centro della prima civiltà egea. La baia, profonda 50–330 piedi (50–100 metri), è un cratere sommerso creato da una violenta eruzione vulcanica che ha lasciato un istmo largo circa 2,4 km a sud. Melos (Mílos), la capitale e capoluogo, si trova appena a nord del porto principale, Adhámas. A sud-ovest della città si trovano le catacombe in cui i primi cristiani della terraferma greca hanno cercato rifugio. Nell'antica acropoli di Adamanda fu trovata nel 1820 la famosa Venere (Afrodite) di Milo.

La British School di Atene ha scavato (1896-1899) l'antica acropoli di Klima (1000–800 a.C.) sopra Melos, scoprendo un palazzo, una palestra e un teatro romano di data successiva. La civiltà più significativa scoperta su Melos dalla British School, tuttavia, fu quella di Phylakopi, un sito vicino Apollonia, il secondo porto di Melos, sul promontorio di Pláka. Phylakopi era un fiorente insediamento ai tempi dell'eruzione della tarda età del bronzo della vicina Thera. Le prove scoperte a Phylakopi nel 1974 tendevano a invertire i presupposti precedenti secondo cui l'eruzione aveva distrutto l'isola: nessuna interruzione nella continuità era stata stabilita. La città più antica risale al 2300-2000 a.C. Nello stesso sito sorse una seconda città (dal 2000 al 1550 a.C.). La terza città (1550-1100 a.C.), risalente in gran parte all'età micenea,rappresenta la piena fioritura della civiltà cicladica di Melos. Phylakopi fu distrutta intorno al 1100 dai coloni dorici.

The Athenian outrage of slaying the entire male population (416 bce) in reprisal for the islanders’ neutrality during the Peloponnesian War inspired the playwright Euripides to write and stage before his fellow Athenians his work Trojan Women, an anti-war play that continues as part of modern dramatic repertories. The historian Thucydides, in his “Melian Dialogue,” preserved the speeches made in negotiations between the Athenians and Melians which preceded the military action. The Spartan soldier-statesman Lysander (died 395 bce) restored the island to its Dorian possessors, but it never recovered its prosperity. Under Frankish rule the island formed part of the duchy of Náxos.

In Classical times Melos’s sulfur, alum, and obsidian mines gave it wide commercial prominence; the Melian earth was used as a pigment by painters. Bentonite, perlite, kaolin, barium, gypsum, millstones, and salt are exported, and oranges, olives, grapes, cotton, and barley are cultivated. The island is no longer famous for the ornamental vases and the goldsmiths’ art produced in the 7th century bce.